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Ico Parisi

Domenico Parisi nasce a Palermo il 23 settembre 1916. Si forma tra le due guerre. Si diploma in edilizia nel 1934. In questi anni frequenta il Cinegulf di Como producendo il
documentario “Como+Como+Como”. Nel 1936 lavora presso lo studio di Giuseppe Terragni per il quale fotografa la “Casa del Fascio” di Como e la “Villa Bianca” di Seveso. Fonda il gruppo “Alta Quota” con F. Cappelletti, P. Costamagna, G. Galfetti e S. Longhi.
Dopo la guerra, che lo vede impegnato sul fronte russo, con la moglie Luisa Aiani apre a Como in via Diaz lo studio La Ruota dirigendone l’attività verso il design e l’architettura d’interni (1948). Disegna mobili per aziende tra le quali Cassina, M.I.M., Singer, Altamira, Longhi, Cappellini. Disegna anche ceramiche, vetri e gioielli. Si laurea in architettura a Losanna (1950) e nel 1955 si iscrive al Collegio dei Periti Industriali di Como. Espone al “34° Salon des Artistes Décorateurs” di Parigi. Nel frattempo progetta gli arredi per la “Libreria dello Stato” (Milano, 1947) e gli allestimenti per la “Mostra del Giornalismo” (Milano 1948) e per la “I Fiera di Bergamo” (Bergamo, 1950). Risalgono a questo periodo i primi rogetti edilizi e la collaborazione con gli artisti, tra i quali L. Fontana, F. Somaini, B. Munari, M. Radice, nel segno della sintesi delle arti, ovvero dell’integrazione tra razionalismo e arte astratta. Tra le opere più significative di questo periodo ci sono la “Casa Carcano” a Maslianico (1949), la “Camera di Commercio, Industria e Agricoltura” di Sondrio (Sondrio, 1953) e il “Padiglione Soggiorno” per la X Triennale (Milano, 1954).
Durante gli anni Sessanta progetta l’”Hotel Corte dei Butteri” e l’annessa chiesa “Santa Maria
dell’Osa” (Fonteblanda di Grosseto, 1962), “Casa Orlandi” (Erba, 1966), “Casa Fontana” (1968) e “Casa Vivere Insieme” (Montorfano, 1969). Si intensificano i rapporti con gli artisti.
Dalla collaborazione con il Gruppo T e con F. Somaini nascono nel 1968 i “Contenitoriumani”.
Nello stesso anno cura a Como la rassegna “Campo Urbano” alla quale partecipano tra gli altri E. Baj, L. Fabro, G. Chiari. Dal rapporto con i critici P. Restany ed E. Crispolti nascono i progetti
“Ipotesi per una Casa Esistenziale” (1972) e “Operazione Arcevia Comunità Esistenziale” (1974).
Tra gli artisti coinvolti figurano D. Hanson, César, C. Close, A. Burri, A. Cavaliere, T. Guerra, M.
Antonioni. “Operazione Arcevia” partecipa alla Biennale di Venezia nel 1976 ed è esposta alla
Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (1979).
Dalla fine degli anni Settanta nasce la serie delle “Utopie”, opere in bilico tra l’arte e la visione
architettonica, delle quali “Libertà è uscire dalla scatola” viene presentata alla Biennale di Venezia 1978, “Utopia Realizzabile” al Palazzo delle Prigioni Vecchie di Venezia (1978), “Apocalisse Gentile” all’INARCH di Roma (1979), al Museo d’Ixelles di Bruxelles (1980) e al Palazzo dei Diamanti di Ferrara (1981). Partecipa a Documenta Urbana a Kassel (1982) e alla mostra “Les annèes 50” presso il Centre Pompidou, Parigi (1988).
Nel 1984 realizza una retrospettiva di disegni all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e al Centre ADP di Lille. Nel 1986 si tiene la prima mostra antologica a lui dedicata presso il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano dal titolo “Ico Parisi: l’Officina del possibile”, cui seguono “Ico Parisi: & Architecture” (1990) e “Ico Parisi: & Disegni” (1994) presso la Galleria Civica di Modena, alla quale dona nel 1994 i propri archivi di grafica. Presso la Pinacoteca Civica di Palazzo Volpi di Como è conservato dal 1995 il Fondo Ico e Luisa Parisi. Muore a Como il 19 dicembre 1996.